Solo quando si diventa genitori si capisce veramente l’importanza di credere a Babbo Natale (e a Santa Lucia e alla Befana).
Credere alla magia, al potere delle favole, della narrazione, al valore inalterato delle tradizioni, che alcuni vorrebbero toglierci, come se si potesse sradicare il nostro vissuto, la nostra identità. Pura follia.
Cosmopolitismo non significa abbandonare le proprie credenze per quelle altrui, né confonderle le une con le altre. La vera ricchezza culturale è la conoscenza del diverso, senza minimamente intaccare le proprie radici, o metterle in discussione.
E comunque Babbo Natale è sicuramente amato dai bambini di tutto il mondo, a prescindere dal credo, dalla provenienza, da qualsiasi cosa, perché non esiste società più cosmopolita di quella dell’infanzia, dalla quale dovremmo imparare alcuni modus operandi, che con l’età adulta dimentichiamo completamente.
Ecco dove sta l’errore: dimentichiamo di essere stati bambini e pretendiamo di insegnare loro come esserlo.
Quest’anno ci ha riportati a una dimensione più intima, nella quale abbiamo riscoperto il senso di trascorrere molto tempo a casa, soli o con le nostre famiglie. Abbiamo giocato di più, guardato più film, mangiato più torte e biscotti, forse siamo stati un po’ più bambini del solito. Abbiamo accettato le cause di forza maggiore, senza poterne eludere le conseguenze, abbiamo capito che non possiamo controllare tutto, e che ciò di cui abbiamo veramente bisogno è un senso di positività forte, di ottimismo, non solo verso il futuro, ma nei confronti del qui e ora. Come i bambini che non sanno cosa aspettarsi domani, ma vivono l’aspettativa dell’istante, dovremmo aver imparato a godere il momento, a coltivare il presente, arricchendolo come possiamo.
L’augurio per il 2021 tanto atteso, mai fine dell’anno fu più desiderata, è saper vivere ogni giorno con lo spirito di un bambino, con la stessa positività e gioia di vivere.
