BERGAMO 2020

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La città può essere definita in molti modi: centro abitato, sede di attività economiche, insediamento umano esteso e stabile…Io la definisco luogo del cuore e in tal caso, la città di cui parlo ha per me solo un nome: Bergamo.

Non se n’è mai parlato tanto in questo funesto 2020: Bergamo, la città e provincia italiana più colpita dal virus, che ha dato una percezione del fenomeno senza eguali in quello stesso periodo in Italia. La mia città, fatta di luoghi, volti, incontri, relazioni. Non voglio soffermarmi sulla parte triste di questo 2020, ma sul legame che sin da piccola ho nei confronti di Bergamo, che ho scelto per i miei studi universitari, per il lavoro, persino per la scuola dell’infanzia del mio bambino, facendola vivere anche a lui come la vivo io.

Passeggiare per le sue vie, incontrare le persone che la abitano, che formulano nel sostrato urbano speranze, sogni, attività, mi emoziona sempre. Ed ecco che il bar vicino all’asilo diventa un luogo sociale, un punto d’incontro, di confidenza, il negozio di abbigliamento dell’amica un salotto dove i bambini giocano e gli adulti dialogano. Valeria, Silvia, Dorina, Letizia, Michela, Fiorella, Federica, Orietta, Stefano, Paolo, Andrea…sono i nomi di coloro che mi dimostrano che casa non è solo dove abitiamo, ma dove ci riconosciamo e raccontiamo la nostra storia.

Una storia fatta di luoghi, lunghe camminate, corse frenetiche per non arrivare in ritardo, caffè, calici di vino, sushi, sorrisi.

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CHE CONFUSIONE !

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PROGETTO #MYBODYSTORY