DONNE PER LE DONNE

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Tradotto in inglese Women for Women, che è anche il nome di un’associazione umanitaria internazionale, di un’altra, italiana, che contrasta la violenza di genere, di un magazine economico e chissà di quante altre realtà che riguardano l’universo femminile. 

Ogni 25 novembre ricade la giornata contro la violenza sulle donne e nelle settimane precedenti il mondo social e non si mobilita per ricordare quanto ancora ci sia bisogno di un messaggio forte contro gli abusi, i soprusi, la violenza fisica e psicologica, la differenza di genere in svariati settori, primo fra tutti quello lavorativo.

Una data a cui tengo molto ma che vorrei non esistesse: perché non dovrebbe esserci violenza alcuna, né disparità, né sopraffazione. 

Quest’anno più che mai invece ho capito quanto il viaggio da compiere sia ancora lungo: le donne lavorano, sono il perno della famiglia, sia di quella d’origine che di quella creata, gli angeli del focolare, hanno intensificato i loro compiti durante il lockdown, sono state sopraffatte dal sistema. Mogli, madri, figlie, lavoratrici, casalinghe, factotum. 

Cosa rende veramente liberi? In primo luogo l’indipendenza. La capacità di gestirsi e occuparsi di sé stesse. Da essa deriva la libertà di compiere molte scelte. 

Ecco perché quando l’avvocato Elena Palladino, titolare dello Sportello intercomunale Antiusura Donato, donna che stimo, mi ha parlato di un corso di economia in rosa l’ho subito appoggiata, per quello che posso, nel mio piccolo. 

Appoggiamoci, sosteniamoci, pensiamoci: UNIAMOCI. 

Ecco cosa vorrei, che le donne si spendessero per altre donne, che mettessero le loro competenze per informare e aiutare, che in ciascuna realtà locale ci fossero madri, donne, amiche capaci di unirsi. 

Per farsi sentire innanzitutto: per far conoscere i propri bisogni e le proprie esigenze, per far ascoltare la propria voce, una voce bella, forte e chiara, dalla quale parta un’eco ancora più potente. 

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